Ok, avevo detto che avrei aggiornato se avessi avuto qualche altro incontro bizzarro con potenziali coinquilini. Finora ne sono venuti quattro. Sapevo non sarei rimasta delusa nemmeno stavolta.
Premetto: sono una rompicoglioni e so di esserlo, ma la maleducazione degli sconosciuti mi dà un fastidio terribile. Se sei mio amico puoi pure ruttarmi in un orecchio e non me ne frega nulla, ma se ci siamo appena conosciuti per dio almeno fingi di non essere cresciuto in mezzo ai macachi. Quindi essenzialmente sono ancora incazzata dalle vicende di oggi, e molto. Forse esageratamente, forse no. Enjoy.
Lo spalancatore: Arriva tizio, comincio a fargli fare il giro, manco tre passi e già comincia ad aprire sgabuzzini, armadi, porte, frigoriferi, cassettiere, tutto. Apre il freezer e rimane ammaliato dalla grandezza del suddetto: "Voi siete tutti del nord giusto? Infatti si vede, è quasi vuoto, io invece mi porterei un sacco di roba da giù. Bene così ho spazio". Già comincio ad avere i flashback della mia ex coinquilina che pretendeva di avere la dispensa non divisa equamente, ma a seconda del parallelo di provenienza, perché giustamente essendo del nord io "potevo tornare a casa anche tutte le settimane e non avevo bisogno di mettere da parte della roba". Tizio ispeziona ogni anfratto e scaffale, apre ogni sportello e afferra ogni maniglia, senza chiedere "posso" o "permesso" o fingere una qual minima forma di cortesia. Infatti succede l'inevitabile: spalanca la porta della camera della mia coinquilina, che viste le temperature da Death Valley stava distesa sul letto a quattro di bastoni con addosso poco o niente. Urla, trambusto "ma tu chi cazzo sei?" "ma sei scemo?" "eh pensavo fosse chiusa a chiave". Tutto è bene ciò che finisce bene, infatti l'ho fatto andar via senza nemmeno offrirgli il caffè, che per me significa un profondo disprezzo per la persona.
La monaca: questa ragazza, con cui non mi ero mai sentita prima, mi scrive dicendo di essere già nella via e se potesse vedere la casa. Acconsento e la faccio salire. Apro la porta per accoglierla, lei mi dà la mano ed entra scansandomi senza essere invitata. Cosa positiva, so per certo che non è un vampiro. Dice a voce alta "ah, lui è un mio collega", immagino riferendosi al ragazzo che sta ancora uscendo dell'ascensore. Li faccio entrare in cucina, e nemmeno riesco a dire due parole che lei sbotta scocciata "senti, ci fai vedere la stanza?". Io, un po' spiazzata, li faccio virare verso la camera, e nel corridoio incontriamo il coinquilino che sta uscendo dal bagno, che si presenta velocemente e se ne va. Lei spalanca gli occhi e la bocca e comincia a bisbigliare nell'orecchio del collega. Questo annuisce e mi chiede "è lui che lascia la camera, vero?". No, quella che se ne va è un'altra ragazza, dico. La tizia si riprende dallo shock e fa "ma io cercavo una casa con solo ragazze! dovevi scriverlo nell'annuncio che c'era anche un ragazzo!". Penso "mo ti tramortisco con il ventilatore", dico "eh, se non vuoi vivere con dei ragazzi è un problema tuo, la prossima volta chiedilo prima". Il collega/schiavo cerca di convincerla "ma dai, l'hai visto, ha la faccia da bravo ragazzo" e lei urla (non so se sbatteva anche i piedini ma potrebbe essere possibile) "NON MI IMPORTA! IO NON POSSO STARE A CASA CON UN MASCHIO! NON SONO QUEL TIPO LÌ!".
Ciao, a quel punto perdo le staffe. Che sei una nutria a pedali e ti preoccupi che qualcuno possa attentare alla tua virtù. Che ho capito benissimo cosa intendi con "quel tipo lì", come se condividere il salotto con uno volesse dire automaticamente condividere anche fluidi corporei. E che se pure io stessi a succhiar cazzi dalla mattina alla sera chi cazzo sei tu piccola testa di minchia per giudicarmi. Tornatene nella caverna di trogloditi da dove sei uscita. E niente, li ho cacciati in malo modo. Fa caldo, non ho energie per stare dietro alle bimbe frignone.
In compenso l'ultimo ragazzo che è venuto l'ho adorato, un tipo NORMALE con cui ho chiacchierato volentieri del più e del meno.
La mia ex coinquilina, quella della dispensa divisa per sopra o sotto la linea gotica, dopo un paio di settimane di convivenza mi disse "sei simpatica per essere del nord". A me gli stereotipi alla Casa Surace sud cibo-sole-allegria e nord pastina in brodo-tristezza-pioggia fanno venire l'orticaria. Sarà perché ho appunto ho vissuto con questa che ci credeva davvero. Quando veniva gente nuova a vedere casa cercava di convincermi a mandare via la gente del nord.
La cosa del caffè mi sembra il minimo indispensabile di ospitalità, o almeno un bicchiere d'acqua, non so. Sarà che a me piace il caffè e quindi non dico mai di no :3
"nutria a pedali" è spettacolare. Posso riutilizzarla? Comunque la vita con coinquilini è qualcosa che mi manca. Ho fatto l'università nella mia città (Padova) e mi muovevo in autobus. Adesso lavoro a Firenze da circa un mese e mezzo, ma avendo un aggancio a Pistoia (sorella), non ho ancora cercato casa...
Quando sento questi racconti mi dispiaccio tantissimo di aver frequentato l'uni della mia città e di non aver mai potuto godere di coinquilini strambi. Gente folle, ma se non altro puoi allietare amici e parenti con le tue avventure!
Per ora solo uno, un'altra tipa col cane, ma questa almeno mi ha chiesto come prima cosa se c'erano problemi nell'avere un animale, mi ha mandato una foto del cane e per quel poco che le ho parlato sembra avere le rotelle a posto. Poi vediamo questo weekend se qualcun altro si farà vivo.
Di sicuro ti avrà mandato le foto del cane dimenticando di dirti che lo ritraevano quando era cucciolo, così adesso ti ritroverai uno yak che potrà fornirti latte e lana per l'inverno .
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u/[deleted] Jun 23 '17 edited Jun 23 '17
Ok, avevo detto che avrei aggiornato se avessi avuto qualche altro incontro bizzarro con potenziali coinquilini. Finora ne sono venuti quattro. Sapevo non sarei rimasta delusa nemmeno stavolta. Premetto: sono una rompicoglioni e so di esserlo, ma la maleducazione degli sconosciuti mi dà un fastidio terribile. Se sei mio amico puoi pure ruttarmi in un orecchio e non me ne frega nulla, ma se ci siamo appena conosciuti per dio almeno fingi di non essere cresciuto in mezzo ai macachi. Quindi essenzialmente sono ancora incazzata dalle vicende di oggi, e molto. Forse esageratamente, forse no. Enjoy.
Lo spalancatore: Arriva tizio, comincio a fargli fare il giro, manco tre passi e già comincia ad aprire sgabuzzini, armadi, porte, frigoriferi, cassettiere, tutto. Apre il freezer e rimane ammaliato dalla grandezza del suddetto: "Voi siete tutti del nord giusto? Infatti si vede, è quasi vuoto, io invece mi porterei un sacco di roba da giù. Bene così ho spazio". Già comincio ad avere i flashback della mia ex coinquilina che pretendeva di avere la dispensa non divisa equamente, ma a seconda del parallelo di provenienza, perché giustamente essendo del nord io "potevo tornare a casa anche tutte le settimane e non avevo bisogno di mettere da parte della roba". Tizio ispeziona ogni anfratto e scaffale, apre ogni sportello e afferra ogni maniglia, senza chiedere "posso" o "permesso" o fingere una qual minima forma di cortesia. Infatti succede l'inevitabile: spalanca la porta della camera della mia coinquilina, che viste le temperature da Death Valley stava distesa sul letto a quattro di bastoni con addosso poco o niente. Urla, trambusto "ma tu chi cazzo sei?" "ma sei scemo?" "eh pensavo fosse chiusa a chiave". Tutto è bene ciò che finisce bene, infatti l'ho fatto andar via senza nemmeno offrirgli il caffè, che per me significa un profondo disprezzo per la persona.
La monaca: questa ragazza, con cui non mi ero mai sentita prima, mi scrive dicendo di essere già nella via e se potesse vedere la casa. Acconsento e la faccio salire. Apro la porta per accoglierla, lei mi dà la mano ed entra scansandomi senza essere invitata. Cosa positiva, so per certo che non è un vampiro. Dice a voce alta "ah, lui è un mio collega", immagino riferendosi al ragazzo che sta ancora uscendo dell'ascensore. Li faccio entrare in cucina, e nemmeno riesco a dire due parole che lei sbotta scocciata "senti, ci fai vedere la stanza?". Io, un po' spiazzata, li faccio virare verso la camera, e nel corridoio incontriamo il coinquilino che sta uscendo dal bagno, che si presenta velocemente e se ne va. Lei spalanca gli occhi e la bocca e comincia a bisbigliare nell'orecchio del collega. Questo annuisce e mi chiede "è lui che lascia la camera, vero?". No, quella che se ne va è un'altra ragazza, dico. La tizia si riprende dallo shock e fa "ma io cercavo una casa con solo ragazze! dovevi scriverlo nell'annuncio che c'era anche un ragazzo!". Penso "mo ti tramortisco con il ventilatore", dico "eh, se non vuoi vivere con dei ragazzi è un problema tuo, la prossima volta chiedilo prima". Il collega/schiavo cerca di convincerla "ma dai, l'hai visto, ha la faccia da bravo ragazzo" e lei urla (non so se sbatteva anche i piedini ma potrebbe essere possibile) "NON MI IMPORTA! IO NON POSSO STARE A CASA CON UN MASCHIO! NON SONO QUEL TIPO LÌ!". Ciao, a quel punto perdo le staffe. Che sei una nutria a pedali e ti preoccupi che qualcuno possa attentare alla tua virtù. Che ho capito benissimo cosa intendi con "quel tipo lì", come se condividere il salotto con uno volesse dire automaticamente condividere anche fluidi corporei. E che se pure io stessi a succhiar cazzi dalla mattina alla sera chi cazzo sei tu piccola testa di minchia per giudicarmi. Tornatene nella caverna di trogloditi da dove sei uscita. E niente, li ho cacciati in malo modo. Fa caldo, non ho energie per stare dietro alle bimbe frignone.
In compenso l'ultimo ragazzo che è venuto l'ho adorato, un tipo NORMALE con cui ho chiacchierato volentieri del più e del meno.