r/italy Sep 04 '18

/r/italy Caffè Italia * 04/09/2018

Buongiorno cavaliere, il solito?

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u/OriginalCoso Europe Sep 04 '18 edited Sep 04 '18

Renzi ha annunciato che non si ricandiderà alle primarie del PD. La questione meriterebbe un approfondimento meno banale delle classiche prese di posizione "Era ora"/"Non c'è nessun altro che possa risollevare le sorti del PD".

Dato che sto facendo un lavoro che mi risucchia la voglia di vivere, per rompere la monotonia proverò ad offrire due spunti diversi su questa scelta.

Da un lato, ritengo che la mancata ricandidatura fosse inevitabile: la sconfitta referendaria ed il fatto che (anche) a causa della sua segreteria il partito sia ridotto ai minimi termini gli imponevano di fare un passo indietro (i maligni potrebbero dire che questo stia arrivando troppo tardi e sia ormai troppo poco). L'idea che Renzi stia preparando qualcosa prende sempre più corpo, specialmente nel momento in cui il PD sta affrontando quella che sarà, probabilmente, la fase finale della sua crisi (iniziata ben prima della sconfitta referendaria) che lo porterà ad implodere.

Dall'altro, il fatto che non si ricandidi dovrebbe far cadere lo scudo di carta offerto dal rifugiarsi nel dire "È colpa di Renzi" dietro cui si è nascosta una buona parte della sinistra negli ultimi anni. Il fatto che si sia aperta la fase congressuale del PD, infatti, avrebbe dovuto rappresentare un momento di inclusione ed allargamento del dibattito che, però, al momento non sembra si stia verificando (e dubito si verificherà).Le forze attualmente in campo non si contraddistinguono tanto per le proposte concrete fatte (pressoché assenti), quanto per posizioni che o insistono sugli errori del passato, o mancano di concretezza, soffermandosi su questioni di principio oppure pensano di risolvere i problemi andando oltre i classici schieramenti e proponendo una forza "repubblicana" che sia in grado di affrontare i populismi e nazionalismi, imitando il modello Macron.

Resto perplesso di fronte a queste soluzioni, soprattutto perché non sembra riescano a cogliere il punto centrale (ovvero che la crisi della sinistra non sia iniziata nell'ultimo quinquennio ma abbia radici che risalgono alla caduta del muro di Berlino) o, peggio ancora, non vogliano coglierlo. Sembra che la strada scelta sia quella di ricorrere ad una retorica, una narrazione e degli schemi politici che nei fatti sono già stati superati e si sono dimostrati inefficaci.Ho già avuto modo di esprimere precedentemente la necessità che il dibattito intellettuale ed il confronto vengano allargati alle nuove generazioni che, seppur sfiduciate, sono presenti e potrebbero rappresentare una risorsa fondamentale. Sarebbe importante, inoltre, rinnovare una classe dirigente che negli anni ha palesato tutti i propri limiti e l'incapacità di comprendere i cambiamenti che si sono verificati intorno a loro.

Questo processo non sarà certamente né breve, né facile ma penso sia necessario. La progettualità non dovrebbe limitarsi al consenso contingente, ma concentrarsi su un quadro più ampio per poter affrontare le sfide di oggi e domani, ripartendo da alcuni temi chiave che possano riferirsi non solo ad alcune minoranze, ma anche a fasce più ampie della popolazione.

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u/[deleted] Sep 04 '18

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u/OriginalCoso Europe Sep 04 '18

Un po' perché sono al lavoro e non avrei il tempo di stargli dietro, un po' perché sul tema non ho molto altro da dire.

Comunque se si ritiene possa essere interessante, il thread posso pure aprirlo.

(Nel caso suggerite un titolo)

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u/HolyJesusOnAToast Trentino Alto Adige Sep 04 '18

Condivido la tua analisi ma tendo a essere più pessimista di te riguardo al futuro, e dubito che il coinvolgimento delle nuove generazioni possa accadere perchè 1) le voci più giovani fra i progressisti sono state cooptate da Renzi e, in misura minore, dal M5S 2) chi invece è alternativo a Renzi a sinistra non ha alcuna intenzione di far emergere voci nuove, anzi si può dire che buona parte della loro identità e collante deriva proprio dalla salvaguardia di una tradizione fatta di Sindacati e salamelle della Festa dell'Unità, e la demografica del loro elettorato ne riflette i valori.

Ha ragione Sofri quando dice che questo è davvero il momento giusto, se si vuole ricostruire qualcosa a sinistra, perchè se questo governo tiene (e a dire il vero è non affatto detto che tenga), allora ci sono 4 anni per creare un'alternativa valida.

Sai cosa mi piacerebbe? Mi piacerebbe che gente che stimo, tipo Pisapia, Bersani e Prodi, si chiudesse in una stanza con con alcuni dei rappresentanti più giovani e brillanti del PD e ne uscissero qualche settimana dopo con un manifesto, in cui si spiega perchè il Paese starebbe meglio se fosse un po' più verde, europeo, progressista, equo verso i contribuenti, rispettoso dei lavoratori e delle diversità. E poi, che tutti i vecchi dessero questo documento come testimone ai giovani, il simbolo di un'eredità politica. Non mi faccio illusioni e so che una roba del genere non succederà mai. Ma sarebbe il modo più onorevole che riesco a immaginare per chiudere una carriera politica, e il simbolo di unità e rinnovamento che manca.

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u/OriginalCoso Europe Sep 04 '18

Ci sarebbe da discuterne per ore, ma oggi purtroppo è una giornata pienissima e quindi dovrò essere più stringato di quanto meriteresti nelle risposte.

  1. Discorso giovani progressisti: devo contraddirti sul fatto che siano stati tutti cooptati da Renzi o da M5S. Non so che rapporti tu abbia con la politica attiva all'interno del PD, ma avendo avuto modo di confrontarmi con molti ragazzi alla festa dell'Unità, mi sono accorto che a parteggiare per Renzi non siano tanto gli under 35, quanto quelli tra i 35 e i 50 anni.
    Per quanto riguarda M5S: non escludo che (almeno inizialmente) una parte di giovani di sinistra si sia spostata in quella direzione, ma credo anche che ci sia un bacino di insoddisfatti/non più rappresentati che si possa e si debba coinvolgere. Paradossalmente, +Europa (che di sinistra ha ben poco), può contare su una base relativamente giovane ed ha attratto molti giovani che pur non riconoscendovisi, hanno votato per questo movimento pur di non votare PD o LeU. Anche tra di loro ci sono risorse intellettuali con cui ci si può confrontare.
  2. Discorso ricambio generazionale: il problema è che la base del PD (e della sinistra più in generale) non esiste più. Mi spiego meglio: all'infuori di quelli che hanno sempre votato "il simbolo" e chi ha la tessera, la sinistra non riesce più a parlare alla società proprio perché non ha saputo accogliere le voci nuove di cui aveva bisogno per chiudere un capitolo storico importante ma ormai concluso. Tra l'altro trovo che sia difficile generalizzare dicendo che la sinistra alternativa a Renzi non abbia dato spazio a voci nuove, dato che la mia generazione (ho 27 anni) a livello locale è stata in grado di mettersi in gioco. Il problema è stato fare lo step successivo senza ricadere nelle vecchie logiche di partito.
  3. Il governo non credo che durerà cinque anni (e secondo me, dopo le Europee...). La rifondazione della sinistra, comunque, temo non potrà essere fatta in due o tre anni. C'è da buttare giù un intero schema di pensiero per fondarne uno nuovo e questo richiederebbe un periodo più lungo, in cui si trovino nuove basi teoriche e nuovi temi politici di cui occuparsi. Purtroppo questo potrebbe voler dire anche bruciare una parte della classe dirigente attuale, ma partire da zero è una necessita.
  4. Ecco, io invece i Bersani, i Prodi e i Pisapia li lascerei dove sono. Non possono essere loro a formare le nuove generazioni di sinistra per un semplice motivo: sono stati parte della classe dirigente che ha portato la sinistra in questo stato. Il discorso è valido specialmente per Prodi e Bersani, sia chiaro. Ma la mia critica radicale è legata proprio al fatto che il loro modo di vedere il mondo e la politica non esista più. Ci vogliono nuove strategie comunicative, ci vogliono temi che siano sentiti da tutti, in modo tale da poter far capire loro che non sono stati dimenticati o messi da parte per salvaguardare delle minoranze (ma si noti bene che il lavoro sulle minoranze va portato avanti di pari passo).
    Il modo migliore che avrebbero per chiudere la carriera politica sarebbe quello di ammettere di essere ormai sorpassati e di lasciar spazio ad un dibattito acceso, ma necessario e sano per incominciare da zero. È necessario arrivare ad una cesura col passato per affrontare le sfide del nuovo secolo. Questo non vuol dire rinnegare i principi che hanno rappresentato le sinistre europee, ma significa cercare di trovare il modo migliore per poterle adattare alla realtà odierna senza l'ingombrante background delle precedenti classi dirigenti.